Foreste Casentinesi

Sasso-Fratino (apertura)

L’Alta via dei Parchiè una cavalcata lungo il crinale appenninico di circa 500 chilometri, da coprire in 27 tappe, attraverso due parchi nazionali, cinque parchi regionali e uno interregionale. Uno dei segmenti più intriganti è il Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Qui, come in molte altre aree appenniniche,un territorio colonizzato per secoli dall’uomo negli anni Sessanta, con le sirene del benessere, ha subito un processo di spopolamento. Oggi la natura si è presa una rivincita ed è ritornata padrona… Gli insediamenti antropici avevano la caratteristica del borgo sparso. L’epicentro era costituito dalla chiesa, che spesso oltre alla canonica prevedeva anche i locali destinati alla scuola. Le case erano isolate, talvolta piazzate su versanti opposti della montagna. “Io ero fortunata” ricorda la signora Lorenza, mitica ristoratrice dell’agriturismo il Poderone (Campigna) “perché per andare a scuola avevo solo mezz’ora di cammino, mentre alcuni compagni di classe abitavano a più di un paio d’ore dalla scuola. E il percorso era così tortuoso che in caso di nevicata abbondante non provavano nemmeno ad uscire di casa”. Le abitazioni ospitavano delle famiglie allargate ed erano concepite per essere autosufficienti. La vita era dura, talvolta spesa in condizioni estreme. I pochi appezzamenti coltivabili dovevano essere strappati a una montagna sassosa e brulla. Dura. L’autosufficienza era la parola d’ordine. Pur vivendo in casolari isolati c’era una forte rete di solidarietà.  I momenti di socialità erano scarni, sostanzialmente legati al tempo passato al mulino per ricavare le farine dai prodotti della terra e a quello dedicato alle funzioni religiose. Un’esistenza che a Vallucciole, un borgo sul versante aretino del parco delle Foreste Casentinesi, è stata interrotta violentemente il 13 aprile 1944 quando i suoi abitanti vennero uccisi in massa da una rappresaglia nazi-fascista…