E’ un Friuli contadino, terra da cui partivano migliaia di migranti, quello dove nacque nel 1896 Tina Modotti. Donna forte e decisa, la Modotti emigrò prima in Austria, poi negli Stati Uniti e da lì viaggiò seguendo la sua passione politica, la sua vena artistica, il suo credo civile, sperimentando, sempre secondo quell’umanità che la caratterizzava, il teatro, il cinema, la pittura e la fotografia. Udine, dopo averla dimenticata per anni, la omaggia con una retrospettiva ampissima a Casa Cavazzini, il museo cittadino d’Arte Moderna e Contemporanea. Sono esposte oltre cento fotografie, tratte da negativi originali, una serie di immagini e documenti inediti, pervenuti dal lascito della sorella Jolanda, e la documentazione fotografica proveniente dall’INAH di Città del Messico per la prima volta esposta in Europa. Il prof. Paolo Ferrari, uno dei curatori della mostra (e tra gli autori dello splendido catalogo), sottolinea la friulanità dell’artista e come le sue creazioni non possono essere disgiunte dal suo impegno sociale. Remo Anzovino, pianista nativo di Pordenone, ci parla invece di Pier Paolo Pasolini, un altro friulano ‘scomodo’ che lui ha recentemente omaggiato con il brano “L’alba dei tram”, che ha presentato in anteprima nel teatro di Casarsa, il paese dove è sepolto. Il nostro Danilo De Biasio invece è partito alla scoperta del Collio, prima in bicicletta pedalando in compagnia di Emilio Rigatti, un professore delle due ruote, e poi a piedi accompagnato da Luigi Nacci, giornalista e guida escursionistica. Al confine tra Collio e brda slovena, il vignaiolo (o ‘contadino’ come a lui piace essere chiamato) Edi Keber, autentica istituzione enologica della zona, ci parla dell’inutilità dei confini e di come il vino non abbia passaporti. La chiusura è ovviamente con una grappa Nonino. The New York Times ha scritto che “Per decenni la Grappa è stata poco più che una forma tascabile di riscaldamento per i contadini del Nord Italia. Gli italiani più ‘in’ e la maggior parte degli stranieri la disdegnavano. Ma tutto questo accadeva prima che i Nonino di Percoto salissero alla ribalta.” Antonella Nonino, una delle tre figlie di Benito (e Gianola), il discendente di Orazio che nel 1897 aprì la distilleria ai Ronchi di Percoto, ci racconta come sono riusciti a portare la grappa sullo stesso livello dei cognac e digli whisky…
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