Come si vive bene a Zurigo…

FIFA Museum

Per sette volte consecutive, Zurigo è stata dichiarata da Mercer la città con la migliore qualità della vita al mondo. Marco Morosini, la nostra quinta colonna zurighese, ci fa due esempi del perchè di questi premi parlandoci dei mezzi di trasporto e delle toilette pubbliche. Zurigo è un ottimo posto dove vivere anche perchè sa governare i propri cambiamenti. Cambiamenti particolarmente evidenti a Zurich West, ex sobborgo industriale della città. Fabbriche e cantieri sono stati riconvertiti in gallerie d’arte, teatri, jazz bar, atelier di giovani stilisti. E c’è persino un centro termale aperto all’interno di un vecchio birrificio. Tutto è figlio di una pianificazione urbanistica progettata verso la fine degli anni ’80 quando la municipalità zurighese doveva risolvere il problema della riconversione di un’area che sino ad allora era stata esclusivamente industriale. Decise di non destinarla al terziario, ma di voler creare un quartiere vivo, dove eventuali uffici dovevano essere solo ai piani superiori degli edifici. A piano terra le licenze sono state concesse solo a laboratori artigiani, negozi, asili… In una città dove il 70% delle abitazioni è in affitto a Zurich West, unitamente alla riconversione dei suoi edifici, è scoppiato il boom delle case di proprietà. Un boom che ha fatto salire i prezzi tanto che oggi si è raggiunta la cifra record di 20.000 Franchi al m2. Questo non ha impedito che uno scampolo di quest’area ‘preziosissima’ sia stata destinata ai profughi che arrivano dagli angoli critici del pianeta. E’ una sorta di installazione fatta di container metallici, convertiti in monolocali, su cui campeggia un enorme cartellone con la scritta ‘Nachbarschaft wäre wenn…’ (La vicinanza sarebbe quando…). Qualcuno ha già iniziato a rispondere e così si possono leggere frasi come …se ci ascoltiamo, …quando ci salutiamo sulla strada, …quando si lascia la porta aperta, …quando ridiamo insieme…
Manifesti nelle strade della città ricordano i festeggiamenti che Zurigo tributa al Dadaismo, il movimento creato un secolo fa al Cabaret Voltaire da Tristan Tzara, Hugo Ball, Hans Harp e altri artisti. Durante tutto il 2016, per conoscere i luoghi del Dadaismo, visitare le mostre e assistere agli eventi del centenario viene distribuita gratuitamente nei musei e all’Ufficio del Turismo della stazione centrale (Zurich Hauptbahnhof) la guida Dada City Zurich. Le stesse informazioni arrivano dalla app City Guide Zurich, scaricabile con Android e iTunes. Oggi la città celebra anche l’apertura di un nuovo museo: il FIFA World Champion Museum, quasi 3mila m2 con cui la FIFA illustra come, ogni giorno, il calcio risvegli emozioni in tutto il mondo. Per capire come affronta questa mission citerò il video che racconta la storia dell’avvocato Nelson Paviotti. Tifoso del Brasile, prima dei mondiali del ’94 giurò che se la sua nazionale avesse vinto il torneo per tutto il resto della vita avrebbe vissuto in un mondo tricromatico: giallo blu e verde, i colori della sua nazionale. Al Rose Bowl di Pasadena il Brasile, battendo l’Italia ai rigori, divenne campione del mondo e da allora l’avvocato Paviotti veste solo giallo blu e verde, mangia solo cibi che abbiano quei tre colori e viaggia con una macchina tricolore. Non contento ha già pensato all’aldilà e per l’occasione si è comprato una bara giallo blu e verde. E’ l’esaltazione della follia, un sentimento che viaggia a braccetto con il calcio. Ma una follia casta, fine a se stessa: lontana anni luce da quella interessata e corrotta che ha colpito alcuni grandi dirigenti della FIFA. Noi facciamo il tifo per l’altra. E siamo contenti che il nuovo museo di Zurigo la pensi come noi…

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