Glasgow, ovvero ‘con la cultura si può anche mangiare’

GLASGOW, Science Centre

East End di Glasgow. Sgargianti luci al neon che si riflettono sull’asfalto bagnato di Gallowgate Road. Sono le insegne del Barrowland. Dal 1934 sul suo parquet in legno hanno imparato a ballare generazioni di glaswegians. Se ci andate in una serata di roller disco sarete catapultati indietro nel tempo. Un buco spazio-temporale che ingoia anche il Barras Market, il mercato che la domenica si dipana nei piani sottostanti al locale. E’ un paradiso del vintage, uno dei più stravaganti mercati delle pulci al mondo che tracima nelle stanze di vecchi edifici vittoriani, su centinaia di bancarelle e in decine di negozi. Inoltrandosi nell’East End si finisce sui prati del Glasgow Green: il più antico parco esistente al mondo. Considerato da tutti property of the people, è il corrispettivo dello Speaker’s Corner di Londra e molti leader sindacali, politici e membri del parlamento si sono diplomati alla “Glasgow Green University”. Al suo interno ospita il People’s Palace, un museo che racconta la storia della città e dei suoi abitanti. Nelle sue sale vengono messe a confronto due diverse visioni del mondo: quella capitalista e quella operaia. Se il People’s Palace è la casa dei glaswegians, il tempio (per lo meno di quelli cattolici) è il Celtic Park. E’ la casa del Celtic, una delle tre squadre di calcio di Glasgow. Le altre sono i Rangers e il Queen’s Park, entrambe supportate da tifosi protestanti. Dietro la storia di questi team c’è la storia della Scozia, e del suo tribolato rapporto con il Regno Unito. Una storia che aveva fatto di Glasgow una città di cantieri navali e dell’industria pesante. Quella Glasgow non c’è più, al suo posto una città che riconvertendosi è diventata un polo culturale che attira centinaia di migliaia di turisti. E con loro milioni di sterline. Uno spot all’assioma che ‘con la cultura si può anche mangiare’. Per arrivare a questo risultato sono stati ristrutturati storici musei vittoriani, come il Kelvingrove Art Gallery and Museum. E ne sono stati creati di nuovi come il Glasgow Science Centre, un’avveniristica costruzione dove vengono mostrati un’infinità di esperimenti scientifici, e il Riverside Museum, che ospita una collezione eterogenea dedicata alla cultura del trasporto e del viaggio. Ma, essendo da sempre una capitale della musica, Glasgow si è regalata anche nuovi spazi per concerti di star internazionali. La più recente è lo Scottish Hydro Arena Glasgow (SHAG), una struttura circolare in vetro e acciaio, simile ad una gigantesca astronave: un’arena futuristica – targata Norman Foster – in grado di ospitare circa 12.000 spettatori.

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