Marsiglia è i suoi bar

Marsiglia_Bar des 13 coins

Marsiglia è da sempre una zuppa di popoli. Ogni quartiere ha un’anima diversa. E un bar dove fare tappa. Il nostro viaggio inizia dal Bar des 13 Coins, un locale riconoscibile per i suoi affreschi da graffittari degni di Keith Haring. Ubicato nel cuore del Panier, era uno dei locali amati da Jean-Claude Izzo, l’inventore del noir mediterraneo e dei gialli del commissario Montale. Entrambi però avrebbe guardato con raccapriccio la gentrificazione imposta al quartiere. Scendendo verso il porto vecchio si incontra Cup of Tea, il caffè letterario più bello del Panier. Una parete ostenta barattoli di caffè, tutte le altre libri, molti a tema musicale. Abbondano anche i vinili, mentre su una mensola sono accatastati una Stratocaster d’annata, una fisarmonica e un sax. Piegando verso destra si incomincia a vedere il bacino portuale, sede di recenti trasformazioni architettoniche che hanno portato alla nascita del MuCEM, il Museo delle Civiltà d’Europa, e della Villa Méditerranée, che ospita attività di ricerca e spazi di documentazione sul Mediterrano, e alla ristrutturazione dei vecchi docks. Tornati al Vecchio Porto, dopo una sosta a La Caravelle (titolare del miglior balcone sul Vieux Port e del miglior mohito della città) è obbligatoria una sosta a La Maison du Pastis, un negozietto che ha in vendita 95 etichette del liquore profumato d’anice che è la carta d’identita di Marsiglia. Sul lato opposto del quai c’è l’Unic: pareti rosso fuoco, ottima selezione di rhum e una grande foto in bianco e nero di Serge Gainsbourg. Per chi ama i profumi (e le avventure) marine c’è il Sunlight Social Club. E’ lungo la Corniche, all’altezza del promontorio di Malmousque e tra i suoi clienti abbondano i militari della legione straniera residenti nella vicina caserma. Visitando il Marchè des Capucins, l’enclave magrebina di Marsiglia, dopo un brick con le patate alla Patisserie Journo, bisogna fare un salto alla Maison Empereur, il “negozio più bello del mondo”: un buco spazio-temporale che è l’antitesi di un centro commerciale. Due bar anche alla Plaine, un gruzzolo di strade che Izzo in Solea definì “… il quartiere più alla moda di Marsiglia”. Di uno, il Bar des Maraichers, era un frequentatore il Commissario Montale. L’altro, il Bar de la Plaine, è amato dai musicisti: da Manu Chao ai Massilia Sound System, passando per il salentino Claudio Cavallo. Chiusura con il bar e il ristorante della Friche de Belle de May, un’antica manifattura di tabacchi che dal 1992 si è trasformata in uno spazio dedicato alla creazione artistica e alla sperimentazione contemporanea.

Letture consigliate:

“Jean Claude Izzo, storia di un marsigliese” di Stefania Nardini (2015, Edizioni e/o)

“Alcazar – Ultimo spettacolo” di Stefania Nardini (2013, Edizioni e/o)

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